Il più forte scossone alla permanenza e funzionalità del
canale è data dallo sviluppo delle grandi industrie che
nel Novecento hanno cominciato a stanziarsi nelle aree
pianeggianti fuori dai centri abitati e la cui diffusione
crea oggi quella sensazione di conturbamento percepita
da chi percorre la strada provinciale da Esine a Bienno.
La diffusione delle nuove energie induce alla progressiva
dismissione ed all’allontanamento delle realtà produttive
stanziate da secoli all’interno del nucleo urbano in virtù
della presenza del canale. Il Vaso Ré, impoverito dalla
perdita di funzionalità, assume sempre più il ruolo di
presenza ingombrante in occasione della revisione della
viabilità urbana o dell’espansione residenziale. Le fucine
dismesse, soprattutto quelle stanziate lungo l’attuale via
Ré, vengono demolite a segnare l’evoluzione verso la
nuova era urbana.
L’icona di una lavandaia (anni ’70 del Novecento),
testimonia il cambiamento avvenuto nell’utilizzo della
forza motrice dell’acqua, ormai non più impiegata per la
produzione di utensili ed oggetti da lavoro in ferro, ma
solo per modesti scopi domestici quotidiani.