Cosa è rimasto oggi intriso nei muri ricoperti da un candido strato uniformee di candido intonaco "civile" di tutti i segni, suoni, voci che un tempo li hanno sfiorati?
Un attento sguardo in profondità nella storia di quei muri alla ricerca dei valori storico-architettonici sottesi o nascosti fa riaffiorare poco a poco la bella persistenza delle strutture dell'antico monastero, ricoperte dalla nuova funzione produttiva. Le prime a riapparire sotto gli intonaci industriali sono quelle del Refettorio, coperto da un grande voltone ribassato su una serie continua di pennacchi e capitellini in pietra serena di perimetro, che invitano ad una più attenta individuazione cronologica, anche per saggiare l'eventuale presenza - sotto l'intonaco esistente - di affreschi e dipinti sulle pareti dei muri perimetrai e sulle volte.
Recuperare la singolarità ed unità del processo costruttivo complessivo, vuol dire ri-significare i muri e tutte le varie componenti del complesso monumentale alle rispettive singole fasi successive di funzioni e di appartenenza (monastero, istituto di educazione femminile, Manifattura Tabacchi) e, su tale scorta documentaria, condurre una verifica approfondita della compatibilità col monumento delle previsioni indiciate nel progetto finora elaborato a tutela dei valori nascosti del sopravvissuto (da rispettare e da valorizzare ulteriormente con l'intervento).
Interrompere (ed invertire) l'attuale processo di irreversibile consumo e di distrazione/ distruzione di un patrimonio unico e irripetibile per restituirlo in uso e godimento pubblico riaprendolo alle legittime attese della città riteniamo sia l'obiettivo prioritario del presente concorso-appalto. Arrestare la perdita per distrazione di risorse costruite e aggiungerne delle nuove legate alle nuove destinazioni d'uso previste.