Alinea Editrice, Firenze, 2010
QUESTO LIBRO DI STORIA E DI CANTIERE
L'impegno di alcuni anni di intenso lavoro nel curare l'esito di un concorso di architettura ci ha portati a riflettere e ad allargare l'attenzione alla storia di un palazzo (e di una famiglia: i Gagliardi) che ha svolto con continuità nel tempo un ruolo di primo piano nella gestione della città e del suo territorio, e che nei prossimi anni è destinato ad assolvere una funzione pubblica di grande evidenza nella vita culturale del nuovo capoluogo di provincia (la quarta) della Calabria.
Palazzo Gagliardi, con la sua lunga imponente facciata di finestre a tredici assi, è ubicato in posizione veramente strategica nel bel mezzo del Corso principale di Vibo Valentia, proprio davanti all'altro bel palazzetto della stessa famiglia che lo fronteggia a valle, ora di proprietà della Provincia e anch'esso parimenti destinato a svolgere un'attiva complementare funzione di pubblico rilievo.
Per la sua grande evidenza e felice posizione, il Palazzo è anche il naturale punto di partenza di un affascinanate itinerario storico trasversale, che dal Corso risale la collina attraverso il grande parco della Villa omonima fino a raggiungere il superiore Convento dei Cappuccini e di lì il Castello normanno-svevo, attuale sede del Museo Archeologico, dopo che lo stesso museo, nella sua prima formazione, aveva trovato provvisoria e felice accoglienza proprio nelle vaste sale al secondo piano dello stesso palazzo.
Obiettivo urbano dell'opera di recupero condotta è stato quello di riaprire il Palazzo a funzioni collettive di alta qualità riattivando, grazie al suo pieno recupero funzionale, il collegamento naturale tra il Corso vibonese, asse della vita quotidiana della città, e la superiore acropoli storica della città antica (il Castello).
Questo volume, come chiaramente prean-nuncia lo stesso sottotitolo (libro di Storia e di Cantiere), si compone di due parti ben distinte e strettamente correlate.
Nella prima abbiamo cercato di rileggere, per episodi salienti ma ancora inevitabilmente frammentari, quella che potremmo ben definire l'avventura pubblica e privata di una delle famiglie più ricche ed influenti di Monteleone, da sempre impegnata nella gestione pubblica della città. La rilettura è stata fatta, collezionando, in sequenza cronologica e per rapidi flash significativi, le numerose chiamate alla ribalta dei Gagliardi che compaiono nelle più note e consolidate fonti a stampa di storia locale. Ma anche affiancando a tale rilettura una parallela nuova campagna di indagini archivistiche mirate a superare la persistente reticenza e frammentarietà delle fonti iconografiche e a stampa disponibili. Di qui il titolo della sezione (frammenti di storia e di vissuto) che volutamente riprende quello del volume sulla Calabria: letteratura epidemica, impressione a caldo, di Karl Joseph Stegmann, autore (nel 1798) dei Fragmente iiber italiens, pubblicato quindici anni dopo l'epocale terremoto. Le nuove ricerche mirate condotte con particolare sensibilità per campioni significativi da Lucilla Bardeschi Ciulich negli archivi di Napoli, Catanzaro e Vibo, hanno avuto tanto immediato e insperato successo (come ben dimostra l'ampia appendice documentaria allegata), da incoraggiare - mi auguro - dopo questo primo sforzo nuove altre giovani e altrettanto entusiaste generazioni di ricercatori a proiettarsi nella lettura dei documenti ancor oggi dispersi nelle tante pieghe rimaste in ombra della storia.
Nella seconda parte poi (il Concorso, il progetto, il cantiere) si è voluto documentare l'intensa attività progettuale che abbiamo avuto l'opportunità di svolgere e coordinare assieme a numerosi e altrettanto appassionati colleghi in questi ultimi tre anni, a cominciare dalle prime suggestive intenzioni di progetto elaborate in occasione del concorso fino agli ultimi positivi esiti di cantiere.
E' evidente, come sempre accade in questi casi, che la reticenza delle fonti a stampa, messa a confronto con la stessa complessa consistenza del Palazzo, oggetto di un delicato intervento attuato nel pieno rispetto dei tempi e dell'impegno di spesa programmato (e assunto come fonte primaria), non è stata completamente vinta e che le (nuove) domande che provengono dal monumento sono fatalmente tuttora di gran lunga più numerose delle singole risposte che il monumento e le sue fonti dirette e indirette a tutt'oggi ci hanno finora fornito.
Motivo di più, questo, perché il benevolo lettore voglia accettare il contenuto di questo libro di storia e di cantiere solo come una prima tappa dalla quale ripartire per ulteriori nuove avventure di studio, di conoscenza e di progetto, soprattutto ora che Palazzo Gagliardi viene ufficialmente restituito ai suoi concittadini come quotidiano luogo di alta rappresentanza e di incontri e di iniziative delle quali la città, nuovo capoluogo di Provincia, ha sempre più quotidiano bisogno. Tocca ora soprattutto all'Amministrazione comunale, agli Enti che vorranno collaborare ed agli stessi cittadini tutti rioccupare con consapevole e partecipato impegno, determinazione e fantasia il Palazzo come nuova Casa comune dell'universitas dei suoi abitanti, realizzando così il grande sogno di Enrico e di Caterina Gagliardi, i quali, proprio per attivarvi un tale alto ruolo di ospitalità e di vita culturale e civile, lo vollero con tanto impegno realizzare.
Marco Dezzi Bardeschi